cultura giapponese kendo arte marziale

La traduzione di Kendo è "via della spada".
Il kendo ha origini intorno al 1300, quando vennero istituite delle scuole di spada nelle quali i Samurai addestravano gli uomini dell'esercito all'uso della Katana (spada).

Inizialmente utilizzato come disciplina combattiva ai fini della guerra, perse importanza con l'introduzione delle armi da fuoco, per cui l'arte della spada fu declassata e messa da parte per numerosi anni, tanto che anche la katana venne sostituita con lo Shinai: una "spada" formata da stecche di bambù tenute insieme da fasce di pelle.

Intorno al 1800, un uomo di nome Sakakibara Kenkichi si impegnò per promuovere nuovamente la pratica delle arti marziali in Giappone, sottolineandone l'aspetto storico e culturale.
Egli organizzò delle dimostrazioni in tutto il Giappone, dove il pubblico pagante poteva anche partecipare attivamente combattendo con i maestri che si esibivano.

Queste dimostrazioni, chiamate "gekiken" (kendo), ebbero un grande successo e diedero l'opportunità a numerosi praticanti esperti di bujutsu di vivere dei compensi derivanti da queste dimostrazioni, visto che la vita dei samurai stava attraversando un periodo di crisi e povertà, tanto che erano spesso accusati di "svendersi" e mettere la propria arte alla mercé dei soldi.

Allo stesso tempo, queste dimostrazioni furono utili per reclutare nuove forze di polizia e, ben presto, il Kendo divenne un elemento fondamentale nell'addestramento delle reclute.
Con il progressivo spostamento dei combattenti professionisti nella polizia, le dimostrazioni scomparvero, ed i maestri si dedicarono al perfezionamento ed alla definizione delle tecniche.

Agli inizi del 1900 il Kenjutsu venne introdotto nelle scuole come disciplina non obbligatoria e venne arricchito con l'introduzione di nuovi kata per agevolarne l'insegnamento e la diffusione, visto che l'insegnamento non era più praticato individualmente, ma venivano effettuate lezioni di gruppo.

Dopo la sconfitta del Giappone nella II Guerra Mondiale, le arti marziali furono bandite dalle forze dell'occupazione, con l'accusa di infondere nei praticanti di tali discipline un forte spirito nazionalistico.
Naturalmente, come le altre arti combattive, i giapponesi continuarono a praticare il Kendo in segreto fino a quando, negli anni '50, esso fu ripresentato come uno sport adatto alla nuova società democratica, e non più come una disciplina militare, e ne vennero definiti il sistema di punti ed il regolamento.

Nel 1970 nacque l'International Kendo Federation (IKF) che promosse il principio del Kendo: disciplinare il carattere umano attraverso l'applicazione dei principi della spada.

I praticanti di Kendo indossano una maschera, una protezione per la cassa toracica, una gonna a pieghe e delle manopole.
L'obiettivo è quello di colpire l'avversario alla testa, al torace, al polso oppure di toccargli la gola con la punta dello shinai.